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  • Il letargo delle tartarughe acquatiche e palustri

    In natura la maggior parte delle specie di tartarughe acquatiche vivono un periodo dell'anno chiamato "letargo" e, ciò, grazie alla notevole riduzione delle temperature nella stagione invernale.

    Indice

    1. Utilità del letargo
    2. Temperatura dell'acqua
    3. Zona letargo
    3.1 Laghetto
    3.2 Letargo controllato in vasconi
    3.3 Sistemazione in vasca
    3.4 Precisazioni
    4. Preparazione al letargo
    5. Risveglio

    1. Utilità del letargo

    Come si consiglia sempre è molto importante cercare di studiare l'habitat naturale e le abitudini della specie che possediamo per poterci avvicinare il più possibile a creare un acquaterrario ideale per lei, mantenendo, inoltre, le abitudini della tartaruga il più vicino possibile alla sua vita in natura. Il letargo, per le specie che lo richiedono, fa parte della loro vita naturale e sarebbe, pertanto, corretto da parte nostra far passare loro il periodo invernale ibernate. Oltre al fattore naturale che ci porta a decidere di far fare il letargo alle nostre tartarughe c'è anche quello riproduttivo. Per chi dovesse desiderare di riprodurre la specie che alleva dovrebbe far fare un buon letargo alla sua coppia di tartarughe. Il loro orologio biologico è precisissimo e stimola il ciclo riproduttivo, infatti, dopo alcuni giorni dal risveglio del letargo, appena le tartarughe si saranno ristabilite, il maschio inizierà a fare delle danze di corteggiamento sulla femmina con lo scopo di accoppiarsi. Il letargo ha inoltre un'azione benefica sul metabolismo nonché permette alla tartaruga una notevole attività durante i mesi caldi. Ciò non toglie che non siamo obbligati a mandare le nostre tartarughe in letargo quindi, se non ci si sente pronti, è meglio evitarlo. Le uniche conseguenze saranno, oltre a una difficoltà riproduttiva, anche una minore attività da parte delle tartarughe particolarmente nei mesi freddi e una diminuzione di appetito (nonostante si stia allevando la tartaruga con il riscaldatore acceso). Personalmente, anche se le tartarughe non si dimostrassero inappetenti, dimuinuirei ugualmente le razioni di cibo durante i mesi invernali.

    2. Temperatura dell'acqua

    Per fare in modo che la tartaruga vada in letargo bisogna innanzitutto avere la possibilità di mantenere la temperatura dell'acqua tra i 3 e gli 8 gradi. Se sarà più bassa la bestiola rischierà di morire congelata, invece, se sarà più alta inizierà a svegliarsi entrando in una sorta di semiletargo, cioè sarà inappetente e inizierà a muoversi bruciando grassi e rischiando seriamente la propria vita.
    Per questo consiglio vivamente di tenere sempre la temperatura dell'acqua controllata con un termometro, come del resto si deve fare per tutto l'anno.

    3. Zona letargo

    Il laghetto di Windfox con dentro le sue Trachemys in letargo.


    3.1 Laghetto

    La sistemazione migliore per fare andare in letargo la nostra tartaruga è in un laghetto costruito con una profondità di almeno 80 cm in cui, anche con temperature dell'aria sotto lo zero, in profondità ci saranno sempre i 3/4 gradi richiesti.
    Ovviamente il sottofondo del laghetto dovrà essere fornito di fango e sabbia per poter permettere alle tartarughe di insabbiarsi, con un buon fondale fangoso e sabbioso basteranno anche 70 cm di profondità del laghetto.
    Suggerisco di mettere un termometro con sonda che possa controllare la temperatura del fondale, così che possiate essere più tranquilli.
    Per tutto l'inverno dovrete prestare attenzione nel caso in cui si ghiacci la superficie per essere pronti a rompere il ghiaccio.

    3.2 Letargo controllato in vasconi

    Esiste anche il letargo controllato in vasconi, sicuramente meno naturale di quello dentro il laghetto.
    Per permettersi di realizzare questo letargo è necessario essere forniti di una cantina o un garage dove la temperatura rimane stabile garantendo i 3/8 gradi nell'acqua. Naturalmente, per capire se questo accade, basterà fare una prova senza tartarughe per tutto l'inverno controllando che la temperatura rimanga nei parametri richiesti.
    Un altro test che si può fare è mettere sul terrazzo o in cortile un vascone tipo quelli dell'Ikea che rivestiremo con dell'isolante da tetti (io ho usato l'isotec) creando dei forellini per far entrare l'ossigeno. Anche in questo caso controlleremo la temperatura dell'acqua con un termometro per tutta la durata dell'inverno. Se il termometro è rimasto dentro i parametri richiesti (3/8 gradi) si può realizzare un letargo controllato in giardino o nel terrazzo per l'inverno successivo. Ovviamente tenendo sempre controllate le temperature.

    3.3 Sistemazione vasca

    Per realizzare un letargo controllato dentro una vasca dopo aver esaminato le temperature per tutto l'inverno precedente:
    - si dovrà scegliere un posto tranquillo e possibilmente buio;
    - inserire nella vasca 4/5 cm di sabbia fine di granulometria che non superi i 0.3 mm per fornire alla tartaruga l'opzione di insabbiarsi se lo gradirà;
    - inserire la stessa acqua presente nell'acquaterrario fino ad un paio di centimetri sopra il carapace della bestiola, così che possa respirare fuori dall'acqua senza far fatica;
    - inserire un filtro preferibilmente biologico e già maturato, esterno o interno non fa differenza. Suggerisco questa opzione per non disturbare la tartaruga nel corso del letargo. In alternativa si potrà inserire un filtro interno meccanico (solo spugne) facendo, nel corso del letargo, dei piccoli cambi parziali di acqua declorata misurando prima la temperatura dell'acqua che si andrà a inserire nella vasca e rovesciandola delicatamente per non disturbare la bestiola. Tutto questo dopo aver sifonato il fondale. Questo procedimento andrà fatto almeno una volta alla settimana;
    - fissare sempre un retino sopra la superficie della vasca per evitare che qualche topo possa entrare in vasca e mangiare la coda della tartaruga.

    3.4 Precisazioni

    Non tutti posso permettersi di far fare il letargo alle proprie tartarughe.
    Con le temperature miti che ci sono per tutto l'anno nell'Italia settentrionale non si potranno raggiungere le temperature richieste quindi la tartaruga rischierebbe un pericoloso semiletargo avendo temperature troppo alte.
    Se non si possiede un laghetto, una cantina e i test elencati hanno avuto esito negativo bisognerà evitare di far fare loro letargo continuando ad allevarle nell'acquaterrario in casa con il riscaldatore; così come è stato fatto per i restanti mesi.
    E' assolutamente vietato far entrare in letargo le tartarughine per i primi due anni di vita e agli esemplari malati o male alimentati durante l'arco dell'anno. Per questo si sconsiglia il letargo a una tartaruga appena adottata perché non si conosce l'alimentazione che ha seguito in precedenza.
    Si consiglia, invece, una visita dal veterinario prima di ogni letargo per conoscere il suo stato di salute evitando rischi e preoccupazioni.

    4. Preparazione al letargo

    Se si decidesse di far fare letargo alle nostre tartarughe sarà necessario, 2/3 settimane prima, diminuire l'alimentazione, cioè fornire cibo una volta alla settimana rallentando il loro metabolismo.
    Se si allevano le tartarughe in un laghetto si gestiranno loro, sapendo quando smettere di alimentarsi (conta molto la temperatura) e quando sarà arrivato il momento di affrontare il letargo.
    Allevando le tartarughe in un acquaterrario in casa la situazione è diversa. Infatti saremo noi a decidere per loro. Mentre diminuiremo l'alimentazione dobbiamo iniziar ad abbassare il riscaldatore di un grado al giorno arrivando ad azzerarlo. La temperatura dell'acqua non dovrà subire bruschi sbalzi quindi dovrà raggiungere i 3/8 gradi lentamente. Per fare in modo che questo accada dovrete trovare nella vostra casa dei luoghi in cui diminuire di pochi gradi la temperatura. Un sottoscala, una lavanderia, insomma una zona più fredda di quella dell'abitazione sarà un'ottima zona per trasferire la vasca facendo scendere ulteriormente i gradi.
    Noterete quanto le vostre tartarughe diventeranno inattive, a volte immobilizzate. Non spaventatevi, stanno solo preparando il loro corpo a un lungo sonno.
    Quando si sarà riusciti a diminuire gradualmente la temperatura raggiungendo i 10 gradi saranno pronte per affrontare il letargo e quindi passerete alla sistemazione definitiva.

    5. Risveglio

    Il risveglio dal letargo in un laghetto verrà deciso dalla tartaruga stessa secondo la temperatura climatica.
    Invece, nel caso di un letargo controllato, il risveglio lo decideremo noi e anche qui dipende molto dalle temperature esterne. Generalmente, facendole andare in letargo a metà novembre, si possono risvegliare per fine febbraio.
    Il procedimento per svegliare una tartatuga dal letargo è più o a meno lo stesso visto sopra ma al contrario. Si dovranno aumentare gradualmente le temperature, fino a quando saremo costretti a inserire il riscaldatore.
    Le bestiole inizieranno a camminare sul fondo muovendosi a rallentatore. Per i primi 3/4 giorni risulteranno inappetenti mentre dal quinto giorno inizieranno a mangiare. Non dobbiamo riempirle di cibo ma dargliene gradualmente, magari iniziando con del pellet vitaminico, senza esagerare e lasciando il tempo alla tartaruga di ristabilire il proprio metabolismo, per poi continuare ad allevarle come prima del letargo.

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