la salvaguardia di una specie la si ha se si partecipa a dei programmi di reintroduzioni con annesse analisi degli esemplari sia per quanto riguarda la salubrità degli stessi sia per quanto ne riguarda la genetica. presumo che questo tipo di salvaguardia sia atto alla reintroduzione in natura di esemplari geneticamente identici a quelli già presenti per rimpinguare la popolazione della tal zona.
un ibrido, come anche la maggior parte degli esemplari non ibridi riprodotti in cattività sono già di per sè esclusi da un qualsiasi programma di reintroduzione o di creazione di gruppi di riproduzione in cattività.
guardiamoci negli occhi: quanti chiedono l'analisi genetica degli esemplari che comprano?quanti chiedono la provenienza geografica della loro sulcata, pardalis, carbonaria,.... la maggior parte guarda l'estetica. quelli più interessati li analizzano visivamente morfologicamente per creare ceppi riproduttivi con animali identici non pensando che comunque all'interno della stessa area da cui provengono non sono quasi mai tutti uguali.
faccio un esempio: quanti di quelli che allevano boettgeri le dividono per ceppo di provenienza?o le padalis?mai visto uno che compra una pardalis ponendosi la domanda se è dello Zambia, del Kenia, del Sud Africa o altro.
alla fine mescolare gruppi di zone differenti è come mescolare specie differenti. al fine della riproduzione in purezza non serve a nulla e considerando che un ibrido non verrà mai utilizzato a tal scopo, che male c'è nel crearlo?resta comunque in cattività.al fine della tutela della popolazione che c'è in natura non crea alcun danno.
io son fra virgolette un purista: non metterò mai le mie pardalis pardalis con delle babkoki rischiando un ibrido ma non credo ci sia nulla di male se qualcuno vuol sperimentare una cosa del genere.