Beh.... direi che come appassionato non sei niente male e credo che tu abbia rubato le parole di bocca a molti di noi; in effetti questi semplici ma poco trattati argomenti a volte è bene ribadirli e sono assolutamente d'accordo con te, basta guardare i fenotipi di HH che abbiamo in Italia e che si sono via via nel tempo sempre più differenziatisi proprio a causa ,o grazie, alle barriere naturali che non hanno permesso che popolazioni diverse di incontrassero tra di loro, che possiamo capire molto sulle loro abitudini.
Mi permetto inoltre di appoggiare in pieno il concetto di sopravvivenza che hai ben evidenziato e che purtroppo dobbiamo rassegnarci ad accettare.
Molti di noi offrono alle tarte, soprattutto esotiche, le migliori condizioni che possono ricreare,con un habit simile al naturale, e per questo non possono che essere degni di ammirazione, sia per il tempo che per l'impegno economico che ci mettono, ma purtroppo dobbiamo accettare il fatto che una nostra passione , se vista dalla parte delle tarte non è altro che una forma di egoismo.
Non vogliatemene nessuno, io per primo mi considero tale nel cercare di allevare tarte che provengono da areali lontani migliaia di Km in una terra ben diversa e in condizioni troppo lontane in ogni caso da quelle nelle quali la natura le ha volute introdurre originariamente.
Fermiamoci quanto più spesso possiamo ad osservare i nostri animali e spesso saranno loro stessi a farci capire di cosa hanno realmente bisogno.
Grande Lucio!
Enzo